Ho partecipato all’esorcismo del Maestro Voodoo John Arkam


L’esperienza della giornalista Silvia Tedeschi con il Maestro Voodoo John Arkam, uno dei più grandi operatori Voodoo al mondo.

Mi chiamo Silvia Tedeschi e sono giornalista freelance. Da sempre attratta dal tema delle “arti magiche” e dei fenomeni paranormali, ho già scritto diversi articoli che abbracciano la stregoneria, la magia antica e i fenomeni paranormali. Ultimamente mi sono dedicata al tema “Voodoo”, visto che rappresenta una forma di stregoneria tutt’ora praticata in diverse aree del mondo, dunque il mio obietivo è di scrivere un articolo sul Voodoo con del materiale serio. Da qui è nata la mia avventura che mi ha fatto incontrare il Maestro Voodoo John Arkam. Ma andiamo per gradi.

Siamo nel mese di ottobre 2018 ed è una giornata uggiosa, tipica del periodo. Inizio la mia ricerca sul Web per identificare un vero operatore Voodoo, evitando le varie “amenità” che, dato il tema, incontrerò sicuramente. Negli Uniti non trovo niente d’interessante, se non diverse boutiques che vendono oggetti Voodoo. Anche nei siti africani non ho esito, visto che trovo solo dei guaritori di villaggio che ricorrono a riti basici Voodoo contro la stregoneria; il mio obiettivo è quello di identificare un vero operatore Voodoo da intervistare.

Continuo pertanto la mia ricerca e la mia attenzione si rivolge rapidamente al sito Web del Maestro Voodoo John Arkam ed è una scelta praticamente obbligata, in quanto è il solo sito ricco di vari contenuti che abbracciano diversi temi di magia e di religione Voodoo, con articoli ben scritti che emanano una solida professionalità. Siamo ben lontani dai “siti vetrina” decorati da candele e teschietti vari che ti fanno fuggire via immediatamente! Vedo che il Maestro Voodoo John Arkam è uno statunitense plurilaureato, scrittore, un Maestro Voodoo esperto di problematiche di negatività, ma anche di magia bianca e rossa (i famosi legamenti d’amore); opera come sensitivo, esorcista e medium ed è il Presidente del Voodoo Council dal 1984.

Come vedrò, il Voodoo Council è un’associazione di oltre 350 operatori Voodoo del mondo che promuove la religione Voodoo e la pratica etica del Voodoo. Interessante davvero. Ancor più interessante è il fatto che il Maestro Voodoo John Arkam dichiari, cito testualmente, di “praticare un Voodoo positivo e di utilizzare i poteri del Voodoo per combattere il male sotto ogni sua forma da oltre trent’anni”. Per me abituata ad abbinare il Voodoo con galline sgozzate, sangue, gente in trance che si rotola per terra con gli occhi sgranati, zombies e co., questa definizione positiva del Voodoo mi appare del tutto nuova. Ma, come mi spiegherà poi il Maestro Arkam, la visione negativa del Voodoo deriva dai Bokors (operatori Voodoo deviati, detti la mano sinistra del diavolo; molti di essi concentrati a Haiti e sono dediti unicamente alla magia nera ed al male. In realtà, continuo la citazione del Maestro Arkam, “al contrario di quanto le credenze popolari sostengano, il Voodoo è innanzitutto una religione, un modo particolare di comunicare a livello ritualistico esoterico con potenti “entità”, chiamate Loa. Nel corso di questi lunghi rituali, i preti entrano in trance e creano il contatto con Loa, al fine di invocare le sue grazie e ottenere lo scopo prefisso dal rituale stesso”.

Dunque il Maestro Voodoo John Arkam è un esperto di arti magiche, un sensitivo, medium, esorcista e Maestro Voodoo di rilievo… Un curriculum davvero interessante. Perfetto, credo proprio di aver identificato il soggetto che mi occorre per il mio articolo sul Voodoo. Non mi resta che contattarlo e lo faccio, spiegando la mia intenzione d’intervistarlo per scrivere un articolo sul Voodoo, i suoi costumi, i suoi rituali, ecc.

Il mio primo contatto con il Maestro Voodoo John Arkam

Il Maestro Arkam mi contatta per email spiegandomi che, quando è nella sua zona di lavoro nell’entroterra togolese, le linee telefoniche non passano assolutamente. Mi dice di essere interessato al mio articolo e ci diamo un appuntamento telefonico per il fine settimana, quando si renderà a Lomé, la capitale. Mi chiama il sabato mattina e possiamo dialogare a viva voce. La prima impressione è molto positiva: parla un ottimo italiano (saprò in seguito che parla 6 lingue correttamente)è molto educato ed affabile e ti trasmette una sensazione di forza e di sicurezza. E’ un dialogo positivo e stimolante, dunque gli spiego le mie aspettative. Mi da il suo accordo di massima all’intervista e va oltre: mi propone di rendermi da lui la settimana seguente per assistere ad un esorcismo Voodoo che intende operare su una persona dannata, un nigeriano per la precisione. Mi spiega che è un’ottima opportunità per capire davvera l’essenza di un rituale Voodoo; realizzo che, per me, è un’opportunità unica, dunque accetto di buon grado e senza alcuna esitazione.

Prenoto il volo, preparo una scarsa valigia con l’essenziale per una permanenza africana di qualche giorno e sono pronta per l’avventura. Si parte.

Mi rendo a Lomé, la capitale del Togo e cuore storico del Voodoo

Il volo è senza storia, se non lungo e tedioso. Parto da Roma con la Royal Air Maroc per Casablanca, poi per Cotonu, quindi cambio aereo per Lomé, il tutto per una durata di 10 ore e picco.

Arrivo infine all’aereoporto Eyadema di Lomé alle 4 di mattina, stanca morta e sonnolenta. Passo la solita fila interminabile del controllo passaporti e li mi ritrovo una brutta sorpresa: mi trattengono il passaporto che dovrò ritirare in seguito al servizio immigrazione con il visto turistico apposto. D’accordo, è la regola. Frotunatamente si occuperà poi del mio passaporto un’assistente del Maestro Arkam.

Esco dalla dogana e cerco luomo di fiducia del Maestro Arkam che deve attendermi agli arrivi, perlomeno lo spero! Ma sì, eccolo la in mezzo ad una moltitudine di altri, col suo bel cartello col mio nome scritto a grandi lettere. Mi sento francamente rassicurata, vista la “bolgia africana” che regna nell’aeroporto. E’ una confusione totale: gente che tenta di strapparti di mano il bagaglio per portartelo, altri che ti prendono il braccio per proporsi come autista, altri che ti vendono acqua e cose varie… C’è di tutto e di più; si sa, l’Africa è così.

David, così si chiama l’assistente personale del Maestro Arkam che sarà il mio mentore durante tutta la mia permanenza, è un personaggio incredibile: alto quasi due metri, con un fisico da lottatore alla Mike Tyson, ma estremamente cordiale ed affabile. Fuori ci aspetta un fuoristrada Range Rover e penso che il viaggio sarà comodo, fortunatamente. Ci dirigiamo a nord del Togo, verso Kara; la strada è buona e senza enormi buchi, come in altri paesi africani che ho visitato. Il paesaggio è verde con palme un po’ dappertutto, bello e tipicamente africano. Passiamo un bel campo di golf a 18 buche. Ebbene sì, oltre ad un lungo mare magnifico con grandi alberghi come il Sarakawa e il Palm Beach, Lomé possiede anche un bel campo da golf! Non a caso il Togo è una nazione relativamente ricca, con un importante porto che include un’area di libero scambio. Il Paese esporta fosfati, caffè, cacao, cotone e olio di palma e rappresenta una delle principali mete del turismo statunitense ed europeo in Africa occidentale, sia per le sue spiagge incontaminate che per le sue mete naturalistiche, come il parco nazionale di Fazao-Malfacassa nella regione di Kara.

Durante il tragitto David mi spiega che in Togo il Meastro Arkam è una “gioia nazionale”, un po’ come il Re di Anécho! Tutti lo conoscono e lo rispettano grandemente. Si rivolgono a lui persone importanti come uomini di potere e commercianti, ma anche gente semplice dei villaggi. David mi dice che accoglie all’aeroporto diverse persone, sia Africani che stranieri; sono Americani, Canadesi ed Europei (soprattutto Francesi) che vengono tutti in Togo “pour se faire soigner par le Maître Arkam” (per farsi curare dal Maestro Arkam). Si tratta di gente con gravi problemi di “sorcellerie” (stregoneria), ma anche sofferenti di vari problemi di negatività, di salute o di coppia che Maître Arkam risolve sempre. E poi vengono anche i preti Voodoo per le riunioni periodiche del Voodoo Council, dunque “il y a toujour pas mal de monde chez le maître” (c’è sempre molta gente dal Maestro).

David aggiunge che qui in Togo il Voodoo è molto praticato (in effetti il Voodoo è nato in Togo, poiché trae le sue origini dal popolo est africano Yoruba che visse a Dahomey nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, oggi parte dell’attuale Togo, Benin e Nigeria.), ma la maggior parte sono “guérisseura marabout” (guaritori di villaggio) che usano talune pratiche basiche del Voodoo a base di erbe, ossa e sangue di gallina per curare dei malesseri, normalmente ricondotti a “ensorcellements” (sortilegi). “Par contre – prosegue David – maître Arkam est un veritable Grand Maître Vaudou” (per contro, il Maestro Arkam è un vero Gran Maestro Voodoo).

Proseguiamo la strada e, dopo quasi un’ora di tragitto, abbandoniamo la strada principale per addentrarci nel bush. Il sentiero è disassato, pieno di voragini, di rami e di grosse pietre: qui un fuoristrada non è una opzione, bensì una obbligazione! Dopo circa una mezz’ora di tragitto degno del Camel Trophy, finalmente giungiamo ad un villaggio, il nostro destino finale. Che sollievo per le mie ossa!

Si tratta di un tipico villaggio rurale africano, con le sue case di terra rossa col tetto di paglia; nel centro del villaggio troneggia imponente un enorme e magnifico Baobab vecchio di chissà quante centinaia di anni. Sono accolta da una moltitudine di bambini ridenti e di locali che mi salutano calorosamente. Si respira serenità: bello.

Attorno al villaggio ci sono culture di manioca, alberi di mango e papaia e palme da olio (è dai suoi frutti rossi che si ricava la famosa salsa per condire il fufu, la polenta di manioca). Girano liberamente dappertutto capre e galline con i loro bei fiocchetti multicolori e in un recinto si vedono diverse vacche e molti maiali. Mi dico che non devono vivere affatto male. David mi dice che il riso lo ottengono barattando i prodotti del villaggio, dunque siamo quasi alla completa autosufficienza alimentare.

Nel centro del villaggio c’è un pozzo d’acqua con una pompa manuale di aspetto assai robusto dove tutti si servono, grazie ad enormi bidoni e catini di plastica multicolori. Non manca un dispensario medico con i medicinali di base, una “buvette” ben fornita di Coca Cola, birra e vari prodotti alimentari, nonché due scuole dove – mi precisa David – si fa scuola ai bimbi, ma anche ai più grandi, attraverso corsi di apprendimento di vari mestieri come il meccanico, l’artigiano, ecc. Francamente tutto questo mi sorprende un poco, visto il luogo così remoto dove ci troviamo. David mi precisa che tutto questo (il pozzo, le culture, il dispensario medico e le scuole) sono opera del Maestro Arkam.

In effetti saprò poi che il Maestro John Arkam finanzia lo sviluppo di diversi villaggi rurali, atraverso la creazione di pozzi d’acqua e di estrazione dell’acqua con una pompa artigianale prodotta in Togo e, soprattutto, attraverso la creazione di scuole professionali. Trovo questa iniziativa assolutamente lodevole e penso che dotare di acqua e di istruzione tutti i villaggi africani dovrebbe essere la vera priorità per tutti gli organismi di aiuto allo sviluppo. Costa una sciocchezza e non si capisce il motivo per il quale non venga fatto, se non per motivi di squisita logica perversa politico-economica: “se si rendono le popolazioni africane indipendenti a livello di istruzione e di acqua, queste iniziano a produrre derrate agricole per rendersi indipendente dalle importazioni agricole e, magari, iniziano anche ad esportare. Allora cesserebbe il controllo e il dominio sull’Africa e, magari, si creerebbe un concorrente pericolo per le economie mondiali!”.

David mi conduce per un sentiero quasi nascosto dalla vegetazione rigogliosa e mi trovo innanzi ad un grande edificio in muratura che si distinguono subito dal resto del villaggio. La costruzione è un edificio rettangolare a due piani, con un grande portico coperto che da su un bel giardino curato con diverse palme; è la guesthouse, il luogo dove si accolgono i vari ospiti, inclusi i Preti e i Maestri Voodoo del Voodoo Council. Visito la costruzione. Al piano terra ci sono una grande stanza che funge da sala, con poltrone, TV e zona di lettura, una grande sala da pranzo con un tavolo enorme ed una grande cucina molto ben fornita. Al piano superiore ci sono una trentina di stanze più che ben arredate con comodi letti, ognuna col suo bagno indipendente. Il tutto è climatizzato, grazie ad un enorme generatore posto all’esterno. Sembra un albergo europeo a due stelle il che non è poco, visto il luogo dove siamo.

Nel portico ci sono una decina di persone che discutono a piccoli gruppi: alcuni uomini indossano completi scuri con cravatta, ma la maggioranza è vestita in modo tradizionale, con tunica e pantaloni di tessuto multicolore. Le donne (tutte dal fisico imponente) sono vestite con pagnes tradizionali (i tessuti multicolore, i wax olandesi molto solidi e leggeri perfettamente adatti al calore africano). David mi dice che sono una famiglia nigeriana molto importante, i parenti del giovane che farà l’oggetto dell’esorcismo del Maestro Arkam.

Riprendiamo un’altro sentiero immerso nel verde. Dopo qualche minuto giungiamo ad un’altra costruzione davvero singolare per la sua bellezza. Si tratta di una grande villa bianca a due piani di stile europeo che farà almeno 500 mq. di superficie! Il muro di cinta è coperto da una rigogliosa Bougainvillea e si accede al grande giardino interno attraverso un portone di legno scolpito che è una bellezza. Nel grande grande girdino ben curato troneggiano palme, ibiscus e altri fiori e al centro c’è una fontana di cemento che sprizza acqua. Un grande portico sostenuto da colonne indica l’entrata della villa: è il domicilio privato del Maestro Arkam. Suoniamo alla porta ed appare infine il Mestro Arkam in carne ed ossa!

Il mio incontro col Maestro Voodoo John Arkam

Eccomi infine di fronte al Maestro Voodoo John Arkam. Ha passato la sessantina, ma ne dimostra venti di meno. E’ alto quasi 1,90 con una bella barba curata e lunghi capelli argentati. Il fisico imponente ed asciutto, abbronzato dal sole africano, emana forza ed enegia da tutti i pori. Deve aver praticato molto sport, perché si intravvedono dei bei muscoli sotto la tunica bianca che indossa. La sua voce è calma, calda e il suo sguardo penetrante. Mi mette subito a mio agio, dimostrando una gentilezza ed un’amabilità a tutta prova. Non posso negare di essere affascinata dal suo carisma e mi dico che deve aver fatto girare la testa a molte donne e, probabilmente, ancora adesso!

Entriamo nella grande sala finemente arredata con maschere di legno africane, dipinti africani molto belli e diverse statue di legno, sempre d’inspirazione africana. Nel salone immenso vi sono diversi divani di taglia extra large che possono accogliere almeno una ventina di persone! Attraverso una grande vetrata della sala si vede il bel giardino fiorito. Una grande scala di legno conduce al piano superiore, dove ci sono diverse camere da letto. Ci accomodiamo nello studio, anch’esso ricco di dipinti e maschere africane, dove troneggia una grande scrivania di legno e iniziamo a dialogare.

Il Maestro Voodoo John Arkam è un cittadino statunitense, nato da genitori italo/americani. Nasce con un dono preciso, quello di sensitivo. Questo dono di sensitivo si svilupperà sempre più nel corso degli anni e influenzerà ed indirizzerà il percorso spirituale e la carriera del Maestro Arkam. Laureato in psicologia a Stanford, il Maestro Arkam ha coodiretto il National Science Foundation Research Center. Quindi, nel corso della sua lunga formazione accademica, ha svolto per diversi anni studi approfonditi di astrologia, riflessologia e terapie esoteriche orientali. In seguito si è dedicato allo studio della Parapsicologia e dei fenomeni paranormali (chiaroveggenza, telepatia, precognizione, telepatia e telecinesi), nonché allo studio specifico delle arti magiche e delle scienze occulte. Abbraccia infine la religione Voodoo e nel 1986 si stabilisce definitivamente in Togo, dove nel corso degli anni diventa un qualificato e consolidato Maestro Voodoo, operando di concerto con i migliori preti Voodoo Africani e Brasiliani. Nel 1998 viene infine nominato Presidente del Voodoo Council. Ricorrendo ai poteri del Voodoo, il Maestro John Arkam si dedica più specificatamente a combattere il male sotto ogni sua forma e diventa rapidamente un riferimento di fama mondiale come esorcista, esperto di negatività.

Ha pubblicato diversi testi in lingua inglese dedicati alle arti magiche, ai malefici di magia nera ed alla religione Voodoo e parla correttamente diverse lingue: Inglese, Francese, Italiano, Spagnolo e Portoghese.

Dopo aver esplorato il suo background culturale, invito il Maestro John Arkam ad entrare nel merito dell’invito: l’esorcismo Voodoo per il quale sono stata invitata. Mi spiega che si tratta di un giovane nigeriano di una ventina d’anni, proveniente da una famiglia influente. Il giovane, perfettamente normale e privo di qualsiasi disturbo mentale, ha iniziato repentinamente a manifestare degli squilibri evidenti alcune settimane addietro: crisi ingiustificate di violenza, unite ad urla e tremori violenti, frasi incomprensibili, svenimenti improvvisi, il tutto accompagnato da una evidente alterazione a livello fisico: gli occhi hanno cambiato colore assumendo una tonalità rossa, i capelli si sono sbiancati e la pelle mostra macchie di epidermide scolorata. Secondo il Maestro Arkam si tratta indubbiamente di una possessione demoniaca, probabilmente invocata a seguito di un lavoro Voodoo maligno operato da un Bokor nigeriano (uno stregone Voodoo dedito al male). Pertanto il Mestro ha già eseguito alcune sedute preliminari e mi conferma che opererà l’esorcismo vero e proprio questa notte.

Il Maestro Arkam ricorda che sono invitata ad assistere all’esorcimo in via del tutto eccezionale, perché è fatto divieto che vengano ammessi osservatori esterni a rituali Voodoo privati, tantopiù in presenza di un esorcismo. Solo ai parenti stretti è concesso, con delle limitazioni, di assistere all’esorcismo. Mi viene riservato un posto di osservazione privilegiato (giusto dietro ai preti Voodoo, gli Hougans che collaborano con Arkam); dovrò starmene immobile e senza fare alcun rumore, qualsiasi cosa accada, altrimenti rischio d’inquinare l’esorcismo. La mia unica costrizione è che non potrò fare delle foto; d’altra parte ero stata informata fin dall’inizio di questo, dunque rispetterò la norma. Non potrò neanche registrare, pertanto vedrò di registrare mentalmente l’esorcismo per descriverlo il più fedelmente possibile.

Bene, sono stanca del viaggio, dunque ringrazio il Maestro Arkam e mi congedo da lui per potermi rinfrescare con una bella doccia e dormire un poco. Mi preparo ad assistere all’esorcismo di questa notte.

L’esorcismo Voodoo del Maestro John Arkam

È notte e David mi viene a prendere nella guest house. Ho fatto la mia doccia, ho dormito per alcune ore e ho cenato bene (pollo al sugo accompagnato da riso e patate e un buon dolce di cioccolata), dunque sono fresca e ristorata per bene. Ci incamminiamo nel buio della notte verso il lato nord del villaggio, illuminati da una lampada che David tiene in mano. Dunque l’altare Voodoo dove si opera l’esorcismo non è quello che ho visto questa mattina, perché è dall’altra parte del villaggio. David mi spiega che l’altare Voodoo di questa mattina è un altare ancestrale, ovvero un altare per onorare i morti e per connettersi e comunicare con gli antenati. Le grandi statue di terracotta rappresentano i defunti del villaggio e le tazze ed i piatti servono per le offerte di cibo e bevande.

La zona dove ci dirigiamo è ben più riservata, lontana dal villaggio e nascosta dalla vegetazione. In effetti camminiamo per circa dieci minuti lungo un sentierino illuminato da torce conficcate nel terreno e giungiamo infine nell’area Voodoo predisposta per l’esorcismo. È un’area in mezzo al verde che è stata ripulita a dovere per formare un cerchio di circa una ventina di metri. Al centro del cerchio c’è un altare Voodoo alto circa un paio di metri e dipinto di bianco, decorato con fiori e parecchie statuine di legno e dipinti che rappresentano Loa, le divinità Voodoo. Loa significa “mistero” nel linguaggio Yoruba. Saprò poi che ogni statuina, ogni dipinto rappresenta uno spirito Voodoo; sono dunque raffigurati Mawu-Lissa, il dio unico ed androgino che creò il mondo rompendo la sua stessa unità. Separò in sé i due principi, Lissa (il maschile) e Mawu (il femminile). Gli spiriti Voodoo principali sono i figli di questa coppia di gemelli primordiali, quindi esistono centinaia di spiriti minori, chiamati Rada. Alcuni Rada sono Agwe (spirito del mare), Aida Wedo (spirito dell’arcobaleno), Ayza (spirito protettore), Baka (spirito malefico che prende la forma di un animale), Baron Samedi (guardiano delle tombe), Damballah-wedo (spirito serpente), Erinle (spirito delle foreste), Ezili (o Erzulie) (spirito femmina dell’amore), Mawu Lisa (spirito della creazione), Ogou Balanjo (spirito della salute), Ogu Bodagris (spirito della guerra), Osun (spirito dei fiumi), Shango (spirito delle tempeste), Yemanja (spirito femmina delle acque), Zaka o Oko (spirito dell’agricoltura).

Tutto attorno all’altare sono poste delle ciotole e dei recipienti colorati per le offrande che constano in grani di riso, di semolino, ecc, nonché alimenti cotti, fiori e sodabi, il liquore locale ricavato distillando il vino di palma.
Qui non si sacrifica alcun animale, né si usa alcun sangue di gallina o altro. Il Maestro Arkam è un fervente animalista che rigetta ogni sacrificio animale. Uno dei precetti del Voodoo Council, cito testualmente, “è la sua ferma contrarietà al sacrificio animale che considera una pratica primitiva che non ha posto nella società moderna”.

Attorno all’altare Voodoo vi sono sette grandi sedie, una sorta di “piccoli troni” di legno massiccio scolpito con motivi africani. Sono le postazioni dei preti Voodoo, gli assistenti Hougans del Maestro Arkam che lavorano abitualmente con lui, nonché la postazione dello stesso Arkam che si distingue poiché è posta in mezzo alle altre e la spalliera è più alta. Sotto l’altare c’è una sorta di lettino di legno arigianale dove prenderà posto il soggetto dell’esorcismo.

Mentre sto osservando il tutto, inizia ad arrivare della gente del villaggio; credo che siano gli anziani del villaggio (i notabili). In mezzo a loro riconosco dei parenti del giovane che avevo notato questa mattina. Ci sediamo tutti dietro i “troni”, nel silenzio più assoluto.

Dopo circa una decina di minuti sento dei battiti di tamburi; appaiono dal sentiero due giovani che reggono delle lunghe aste di legno, le cui cime sostengono delle grandi piume colorate. Sotto le loro piume vedo il Maestro Arkam che avanza con passo lento, seguito dai sei Preti Voodoo (Hougans) che lo assistono. Terminano la piccola processione 6 suonatori di tamburo che ritmano il passo con il loro suono profondo. Il Maestro Arkam è vestito con una lunga tunica bianca ricamata con motivi dorati che gli scende sui piedi e i Preti indossano dei bellissimi costumi di tessuto variopinto che vanno dal rosso, al verde, al giallo e che includono il copricapo. Alcuni hanno il viso coperto da una sorta di rete di tessuto. Fra essi spicca una donna con il volto scoperto che mostra una moltitudine di tatuaggi neri (simboli e segni) che gli coprono tutto il viso! È uno spettacolo davvero suggestivo.

Il Maestro Arkam e i Preti prendono posto nei loro troni e segue un silenzio assoluto che dura almeno una ventina di minuti. David mi sussurra che stanno tutti meditando profondamente, prima d’iniziare l’esorcismo.

Ad un certo momento il Maestro Arkam ed i Preti si accostano all’altare e pronunciano all’unisono delle frasi per me incomprensibili (credo che si tratti di Ewe antico)e iniziano a porre delle offrande nelle varie ciotole; uno di essi sparge della sodabi per terra. Il processo dura una decina di minuti ed è accompagnato dal suono ritmato dei tamburi. La luce è scarsa ed è assicurata da torce tenute dalla gente in circolo, nonché da candele poste attorno all’altare Voodoo. Una volta terminata la procedura delle offrande, prendono tutti posto nei loro troni. Di botto i tamburi si fermano e il Maestro si alza dal suo trono e si accosta di nuovo all’altare. Inizia allora una sorta di nuova cantilena recitata da tutti all’unisono, si tratta di recite in Ewe antico, formule Voodoo. I tamburi ritmano di nuovo il tutto.

Dopo qualche minuto appaiono due persone che stringono fermamente ai polsi il giovane oggetto dell’esorcismo e lo spingono a fatica verso l’altare. il ragazzo si dibatte con violenza. urla frasi sconnesse e scuote la testa come un forsennato: lo spettacolo è angosciante. A fatica i due riescono a far sdraiare il giovane sul lettino di legno sotto l’altare e ne fermano polsi e caviglie con dei cordami. È impressionante vedere come il ragazzo si dibatta, in preda a spasmi muscolari di ogni sorta. I suoi occhi sono spalancati ed emanano un colorito rossastro, quasi illuminante: li ruota continuamente da desta a sinistra, senza tregua, mentre continua a proferire frasi sconnesse, in un misto di Francese, Inglese, Ewe e chissà quant’altro. Colgo che intercala anche imprecazioni e oscenità varie rivolte a tutti i presenti, mentre gli esce una lingua “lunga un metro” dalla bocca! Dalla sua bocca esce anche una quantità impressionante di bava spumosa: è francamente ripugnante.

Il ritmo dei tamburi aumenta improvvisamente d’intensità e tutti si concentrano in modo evidente: realizzo che sta per iniziare l’esorcismo.

Il Maestro Arkam si accosta al giovane, lo tocca nella fronte ed inizia a recitare delle formule, sempre in antico Ewe. In sottofondo il suono grave dei tamburi. Tutti i preti sono in piedi e accompagnano le recite del Maestro Arkam attraverso una sorta di danza ritmata. Un paio di preti cadono al suolo e sembrano presi da una sorta di convulsione ritmata dai tamburi. Anche il Maestro Arkam sembra accogliere queste convulsioni, perché il suo corpo si scuote come preso da tremori violenti, ma resta in piedi sempre con le mani poste sulla fronte del giovane. David mi dice che lo spirito Voodoo si è manifestato, poiché ha gradito le offrande e la cerimonia stessa.

La reazione del posseduto è violenta, ancor più violenta di prima: urla come un forsennato, ruota la testa e gli occhi come se fosse una bambola meccanica che ha rotto gli ingranaggi. Scuote il corpo e lo solleva di diversi centimetri dal suolo: penso che se non fosse saldamente legato com’è, lievitebbe dal suolo!

Il Maestro Arkam continua a recitare le sue formule per lungo tempo, per almeno una trentina di minuti, sempre accompagnato dalle recite dei preti e dal suono profondo dei tamburi che ti penetra nelle ossa. Mi sento strana; improvvisamente sono assalita da una sensazione di vuoto ovattato, come se fossi sotto una campana di vetro. Quindi percepisco un qualcosa che mi gira attorno e che poi mi sfiora. Mi si gela il sangue nelle vene e mi immobilizzo come una statua di cera: è qualcosa di perfido, di maligno. Lo percepisco distintamente. Anche David, seduto a mio lato, ha un’espressione di paura che non lascia adito a dubbi: anche lui la percepisce, come – credo – tutti i presenti.

L’esorcismo continua e, ad un certo momento, la voce del Maestro Arkam assume un tono più grave, più incisivo e la sua recita è più forte: credo che siamo giunti all’apice dell’esorcismo. In effetti è così, perché il giovane si rilassa improvvisamente e si sdraia al suolo con calma, quasi al rallentatore. Sarà suggestione, ma mi sembra di vedere una sorta di alito spesso che gli esce dalla bocca, come del fiato caldo che si condensa in una giornata di freddo intenso; la differenza è che qui fa caldo! Il ragazzo cessa di scuotere la testa ed i suoi occhi non emettono più alcuna luce rossastra. Si sta calmando in modo evidente.

A questo punto i sei Hougans si accostano anch’essi al giovane, unendosi al Maestro Arkam e tutti iniziano a recitare delle formule più rilassate, più tenui, se così si può dire. Si nota la differenza di tono e di contenuto, rispetto a prima. Il giovane è calmo e i suoi muscoli sono completamente rilassati. Gli liberano mani e caviglie e lo sollevano in piedi. Il Maestro Arkam gli impone le mani sulla fronte ed esegue quindi dei gesti ritmati con le mani rivolte all’altare. Credo che stia ringraziando le divinità Voodoo, o perlomeno così mi sembra. Quindi si gira verso i presenti e dichiara l’esorcismo terminato, come mi confermerà David.

I parenti del giovane accorrono al suo lato, lo cingono e lo baciano; mi accosto anch’io e vedo che il ragazzo è tranquillo e rilassato. Rispetto a prima è un’altra persona: non ha più niente a che vedere con l’invasato dallo sguardo maligno di prima. Il suo sguardo è dolce e inizia a parlare in modo calmo e comprensibile. Si vede che è stremato, ma sereno. I parenti gli asciugano la fronte e il corpo intero dal sudore e lo cospargono di acqua profumata con fiori. Poi lo accompagneranno alla guest house per rinfrancarlo con del cibo e delle bevande.

L’esorcismo è terminato in modo brillante e il demone che aveva preso possesso del giovane è stato esorcizzato dal Maestro Arkam. L’esorcismo è durato circa un’ora in tutto ed ha coinvolto una bella quantità di persone e di risorse. Mi sento innegabilmente un po’ scossa dall’esperienza, ma estremamente gratificata. Gratificata innanzitutto per l’esito felice dell’esorcismo, ma anche – non lo nego – dal fatto di aver avuto il raro privilegio di assistervi come invitata di riguardo. Mi dirigo verso la mia stanza dove prenderò sonno molto rapidamente: dovrò essere lucida e riposata per l’intervista di domattina col Maestro Voodoo John Arkam.

I riferimenti del Maestro Voodoo John Arkam.

Il sito Web francese
Il sito Web italiano
Il sito Web del Voodoo Counci